Estratti da... I monologhi di Panella,
di Amos - {Il foglio, 2002}

* 29 gennaio ..."lo sguardo slitta su guance piacevoli, schizza a cercare il bordo di una tuba, come se fosse il bel lobo d'ottone di un orecchio..." * 5 marzo "Poi l'informato diventa informazione; poi involontaria o, peggio, volontaria comicità. S'amalgama come l'esorcista al demone... e m'è parso sempre strano che fossero così calmanti, gli esorcisti, e spiritosi. Poi non più. Perché la severità non è calmante, è tosta e non s'adegua." "Lo spiritoso esorcizza anche la gravità, la scongiura, la storna con una gioconda imitazione del disgusto. Ma se cade tutta giù per terra la severa bellezza del comunismo, tutto quello che resta è destra." "L'informazione è quanto è sopportabile, con essa il mondo saggia la tenuta al proprio peso, poi addosso a sé si posa: così si totalizza e assuefa a sé." "Era un continuo cigolio d'anni; una cinghia da trebbiatrice tra cielo e terra girava e girava, tirava su e tuffava uomini nell'erba, che si svuotava in orma, come le spinte impronte degli accoppiamenti a cielo aperto; e tuffava gli uomini nel mare, che gli toccava da subito imparare a nuotare se non volevano essere afferrati per i capelli e, misti a alghe, rimessi a girare, a risalire su, gelando per il freddo sul bagnato." * 12 marzo "E siccome se ne vanno i migliori, ognuno cerca di mostrare il peggio di sé, che poi, rendendosene conto, è facile: basta essere allegramente quello che tristemente si è. È sempre così, di sera, ancor più di notte. Magari uno poi pensa d'essere stato un po' imbecille, una specie di pezza con dentro il proprio cervello, il fegato, il cuore"... ..."le leggende, che nessuno racconta, nessuno le racconta perché fanno troppo capire che ogni tempo è perduto." * 26 marzo ..."verità è l'eccesso che tutti cercano nel mezzo (nel senso di strumento, metodo, modo, tramite e metà)"... "Di' che devi scrivere, e rinuncia a tutto"... E io le dico: "Scrivere è non scrivere"... ..."lo so, come no se lo so, lo so per quante volte a voce, come a tutti piace, ho mediato, quante volte ho attenuato, quante volte ho appianato, quante volte ho mitigato, quante volte ho suonato la delicatezza"... ..."scaraventato in mezzo alla tua insopportabile bellezza (che è una e una sola, una e una sola al mondo, perché noi conosciamo la morte che è una, ed essa stabilisce la misura che è una"... ..."se tu non m'attraessi ti parlerei di tutto, di letteratura, per esempio, anche di politica, di scienza"... ..."se noi sapessimo ci stermineremmo e invece ci imbalsiamiamo con la poesia"... * 2 aprile ..."lo so che tutto è adesso e senza come"... ..."lo so che in sogno conosciamo tutti i confini, conosciamo i limiti, e quanto vorrei che la tua bellezza lo fosse, limite alla tua vita e limite alla mia. Quando vorremmo muoverci e non ci riusciamo, non capiamo che tutto è tutto lì: che non dovremmo muoverci riuscendoci, lasciati soli come due immagini in una pinacoteca, in un museo dell'esser soli, nel quale nessuno sa cosa succede, noi sì." ..."prima che il mondo (il mondo dei fastidi, o dei lavori, o delle velleità) li venga a cercare, quei due nascosti in uno; o prima che, addirittura loro, vadano a cercarlo, il mondo. Sono gli innamorati che commettono l'errore di volerlo vivere l'amore." ..."perché in sogno non siamo mai fantastici, ossia non ci arrendiamo a far vivere al nostro posto la nostra caricatura, cosa che, nella vita, facilita alleanze, condivisione di piagnistei"... * 9 aprile ..."provare o non provare, pensare o non pensare, supporre o non supporre, avercela o non avercela, credere o non credere, decidere o non decidere, sentire o non sentire, ma sono cose che non esistono!" "Esistono quelle ragazze, queste ragazze magre, con qualche osso un po' sporgente, queste ragazze magre, e la magrezza non riguarda solo il corpo, è una certa astensione, una certa rinuncia, una mano dolcemente ossuta, bella, sfacciatamente aperta contro la quale parecchio mondo si schiaccia e cade come carta aggricciata e rannicchiata, queste ragazze magre che mangiano come piume"... ..."quei visi, questi visi che silenziosamente rivolgono sguardi come 'finiti i giochi, andati via tutti, cominciamo a giocare', come se 'tra poco è il momento', come se quello che noi sappiamo lo sappiamo solo noi, come se manca solo il segnale, e siamo noi il segnale e, subito dopo, siamo quello che avviene." "Entra l'ondina nei tristi ristoranti come un'asta bilanciata da Diomede, che la scaglia in quelle stupide girandole lente che sono le facce dei buongustai, dei degustatori, con quegli occhi che sono girandole minori disegnate a spirali per rendere illusoriamente spaziale il piatto, con nel cervello l'intruglio di quesiti mescolati, per esempio: quanto prevalga sullo spirito il corpo, sul corpo lo spirito, sulla carne l'alcolico, sull'alcolico il sangue, sulla carne il pesce, sul pesce il vegetale..." ..."l'ordine col quale l'uomo dispone la criminale affabilità del coma delle cose"... * 30 aprile ..."parlo di condivisione, di rammarico e rimpianto, e parlo da solo, anzi da sola, perché, né poeta né politico, io sono poesia. Né politico né poeta, che vi fanno il mazzo futuro puntando sul vostro passato, infilzandovi così da parte a parte." ..."tutta rivolta a se stessa, è oceano e cielo messi insieme, sbatte, tumultua, afferra con le mani nuvole gonfie, nembi, lenzuola coinvolte e te, ti rotola sopra e sotto, e senza parere t'attira nella sua baraonda"... * 7 maggio ..."ma non slacciamoci noi..." "Ogni metafora è vita più della vita." "Quante stronzate sono già nelle parole. La comunicazione è questo esproprio: strappare le stronzate alle parole e distribuirle come ragione d'esistere ai viventi. Fine del discorso. Non ho altro da dire." * 28 maggio "Odio il futuro perché so cos'è. È il sorriso babbeo per la conquistata stabilità da stronzo nella quale ti bei." ..."altro che tutti i paesi, tutte le campane messe assieme, tutti i meriggi, i vespri, le rondini"... "L'uomo è tremendo. (...) si mette a competere, slitta, fa i cerchi con le braccia, le rotea all'indietro perché sta scivolando sulla lastra ghiacciata della mia indifferenza, ha le gambe già in aria, fa il cretino, fa la rovina. Prima che cada gli avrò dato le spalle, discretamente, non amo lo strepito, le manifestazioni di vittimistico entusiasmo." * 18 giugno "Se abbiamo un giorno davanti, abbiamo alle spalle l'intruglio oscuro d'una notte; e se abbiamo davanti una notte, abbiamo alle spalle la luce d'un giorno di lavorìo d'altri uomini (dissimili perché illuminati e in piedi, ma simili perché rosi dagli stessi propositi)"... ..."dalle passioni che sono lasagne, rosse d'un sangue che è pomodoro, carnali di carne tritata, molli di lente mozzarelle, viscide d'un biascichio di besciamelle; dalle canicole dell'amore che è un equivoco se non è un rogo vero, una pira per chi ebbe la presunzione d'amare, cosicché, arso vivo, capisce cos'è." * 25 giugno ..."è oggi che conosci te che piangi e ridi, e distingui tutti i tuoi visi dipinti, accennati o netti e decisi, la parete a pezzi che è la vita, a lastre, a sfoglie, che sempre scorre e crolla"... "Credo d'avere un'anima? No. Perché non ho un'aria che mi sopravviverà nel sangue caldo e mosso di una lince, di un sorcio, di un beccaccino; né scorrerà felice nelle linfe di salice, di betullina fresca al vento"... "Quelle che chiamano culture, in questo luna park occidentale-orientale, sono disperazioni, piccolezze, sono furbizie grezze e piagnistei, sono maniere di tirare avanti, sono le tiritere, il tiramolla, sono gli orrendi pasti ritrovati, i nomi cadaverici dei vini in bocca a buongustai sterilizzati, sputando e disputando circa il gusto." "E dire che fu sfiorato il nostro dio, il dio del mite clima temperato, quando si disse che era dio il denaro, come furono dei gli orsi e i tori, e Venere perché era bella, e Bacco perché s'ubriacava col vino della casa, il vino sciolto." ..."e pranzi per due e fare, senza assillo, l'amore, ossia diventa l'oggi, il subito, l'adesso, non il passato e non il futuro. Quindi non l'esperienza delle banche e non l'investimento, acido, teso. Un vero dio scialacqua, non ti tiene in tiro. È sperpero dell'oro, è spendi e spandi, è mani bucate." "Ma fu subito, il denaro, bestemmiato schizzinosamente soprattutto dal ricco che nicchiava e nicchia ancora, e che non gira mai coi soldi in tasca, perché altri sarebbero i valori ossia le mosche in aria." * 2 luglio "Stare: stiamo. Dove? Qui, appunto, per vedere come." * 16 luglio ..."Zanardelli, che partiva da Sorrento per tornarsene al governo carico di meraviglie e di richieste di fondi per migliorare solo la vita nella terra già dell'amore." * 23 luglio "Non è vita la vita se non hai mai sentito come ora suonare e risuonare gli zoccoli del cavallo sulle mattonelle, gli stridori dell'unghia, gli slittamenti, il ferro sbattuto che intacca il suolo"... * 1 ottobre "Ognuno schernisce le malizie altrui, e in questo reciproco vilipendio c'è correità." "Gli occhi secchi, gli occhi marci, gli occhi fangosi di chi in te guarda oltre; e senti che chi ti vuole ti vuole morto." "È la luminosa missione dell'uomo, che anche quando dorme lascia tracce accese: i suoi orologi incessanti, le spie, gli antifurti, pustole, brufoli, morbilli che pulsano. S'è ammalato anche fuori di sé, oltre il suo corpo." * 8 ottobre ..."sappiamo d'essere, viventi, tutti melanconici, quindi noiosi dopo un po', peggio se esauditi quando manifestazioni di impaurita allegria fuggono da noi, alberi scossi"... "Noi avemmo quella fermezza, difficile, invitati a giocare, di dire, con gli occhi negli occhi di chi ci invitava... di dire, senza sorriso e nemmeno derisione, né timidezza né superiorità, di dire: no. Senza altro segno nel viso, senza altro negli occhi che i loro occhi molli. Poi a quegli occhi demmo le spalle, ci voltammo, non ci videro più. Tornarono alle loro pedine, alle loro scacchiere, alle loro tessere, ai loro tavoli"... "Ci sono vicoli che sembrano sciabole appena sguainate, lisci e nudi nel buio come corpi accarezzati, ci sono stradette, viuzze in mezzo ai palazzi, con ottime risonanze per il ritmo, il nostro trotto; passiamo come un soffio nell'oboe del vicolo; e le nostre stoffe, le suole, il respiro, i baveri alati, le fibbie, fanno nell'aria una serie di ssst... ssst... fatti sentire soltanto da me. Non è che giochiamo, noi no. Tutti gli altri pare proprio di sì." * 22 ottobre ..."conosco il suo viso drammatico e sudato, i capelli sconvolti, il suo piangente delirio, la bocca come un'arma vorace che soccorre una ferita totale, me, e gode degli agonici miglioramenti che procura"... "Credettero che noi fossimo il vento, il fuoco, le nebbie, il terremoto. Era semplicemente questo, sapevamo come procurarci le attrezzature. Le finzioni delle arti possono diventare un incubo nella realtà, comprese le simulazioni del bello e del felice, perché il soggetto dell'arte è sempre la fine, altro che storie. E meno male che nell'artificio va e viene la morte così l'uomo la impara." "L'uomo raramente è sveglio perché, quando sa quel che dice e quel che sa, conosce lo sprofondato orrore della malafede." * 29 ottobre "La terra è piatta, lo giuro (...) La letteratura non è solo letteratura, la vita spesso sì, palloso testo sulla pallosa sfericità del mondo." "Creature amare, è di sguaiatezza che avete bisogno. Ma cosa vi è permesso? Vi è permesso il guaio. E voi non vi sguaiate." "L'estetica è un'estetica brutale oppure tu sei fatto per farti ridere dietro." * 5 novembre "L'uomo è un tubo; il mondo, piatto tappeto rotante, gli avvia in bocca zucchine, scarola, pezzi d'animali, gli ingombranti gonfiori dei fiori, chiamati frutti, semi compattati in pani eccetera, le acque superflue. L'uomo sbarazza, spazza, liscia la faccia della terra che ambirebbe al glabro d'una cromatura"... "Cos'è la vita? È l'esistenza certa, dimostrabile, la vita necessaria delle cose, immediatamente sostituibili, per usura e morte, da esemplari ulteriori, i cui aggiornamenti quintessenziali incoraggiano, oltre che a credere, finalmente a concepire l'eterno sottile, la perfezione cristalliquida, al plasma, per ora, e poi di più, di più. " ..."la vita da altare degli oggetti: i frigoriferi, i televisori, le lavatrici, il computer tabernacolare, il sacramento della telecomunicazione, l'automobile processionaria. " * 12 novembre "Sono stato ritrattista, ho fatto le facce, le ho fatte direttamente sulle facce appassite che rifiorivano sotto il mio tiro." "Avete presente quella che voi vivi chiamate la natura? La stupida ripetitrice a pappardella? Ecco: una viola, una viola alla quale capitasse di rivivere, una viola che dovesse disinteressarsi, che spostasse l'impetalato viso verso l'insensibilità della sua ombra, come un diniego, come un'alterigia... quella viola provocherebbe tutti i cataclismi, che sono uno scostarsi, non un avvicinarsi." "Dovremmo, insomma, essere vivi ma anche morti, uscendo con l'accappatoio su balconi marini, scostando tende che in vita sarebbero le nostre malinconie più personali, quelle dalle quali s'esce a cavallo e senza nulla in sella, perché tu, alleggerito, sei il cavallo." "Ecco, appunto: vivere è così da incompetenti, quanto rivivere sarebbe una maestria." "Dovremmo schiaffeggiarlo, il mondo, tramandando dagli avi in avanti, di generazione in generazione i nostri perfezionati ceffoni, sonori, come piatti di banda, cinque dita, una a continente, sulla faccia da schiaffi della terra." ..."i numeri danno grandi soddisfazioni a chi muore: addio giorni scadenti, addio ore precipitose, minuti infiniti, addio conti, incrementi scalati con le unghie, decrementi lividi come occhiaie, addio; addio tempo di recupero in finale di partita durante il quale chi vince conosce amaramente l'opinabilità di una disonesta matematica, sorda, che ha capito secoli per secondi, e chi perde vede in un lampo crollare la millenaria ricostruzione di un faraonico risorgente impero al quale si consegnava come infinito schiavo cavatore purché la sua squadra avesse tutto il tempo." "Dovremmo consumarlo il mondo. Chi lo dice? Lo dicono i morti, queste creature trapassate da parte a parte dalla vita, che conoscono la rapidità letale dell'esistenza e, nello stesso tempo, la più che eterna lentezza delle attese, quando in vita aspettavano i propri vari turni, con in mano numeretti sfortunati, che le millesime occhiate, vane per la millesima volta, non riuscivano a far recedere nemmeno di una unità, a far tornare indietro di un passo avanti, perché la matematica è spietata." "Vi ho detto di Refolo, di come spariva e, se fossi scemo, direi che nel nullìo di quella sparizione egli appariva." * 19 novembre "L'anima, nel razzo e nell'uomo, è uno scavo, è ciò che non c'è, che non esiste, è il vuoto, che va cercato, praticato, inferto in sé con una sgorbia. Però, attenzione a non riempirlo di fisime oltreumane, d'ottusità acutissime per forza"... * 26 novembre "Così solco e divarico il mondo catramoso col mio riso, il mio pianto beffardo, col crollo dei miei inarcamenti gioiosi e dei miei castelletti severi, con le arborescenze rampicanti dei miei ramificati amori, con le cometiche code dei miei finali durante i quali incendio il ghiaccio, con le mie uscite, che andrebbero veramente seguite non col binocolo ma col telescopio..." "Nel romanzo della mia vita suonano false le melodie delle cose come stanno e come, in pezzi sparsi e stridenti, accadono." * 3 dicembre ..."non abbassiamoci al livello delle loro alte classifiche"! "Lo fanno apposta, gonfiano fiaschi con fiati intossicanti, soffiano sul fuoco della tua passione, tu ci caschi e t'escono draghi e basilischi dalla bocca, che non stanno né in cielo né in terra." "Ma mai ci convinceranno che il gioco del calcio sia un doppio gioco, perché chi tiene i piedi in due staffe non li tiene sulla terra"... * 10 dicembre ..."passioni pesanti come ministeri, amori perenni come le burocrazie, promesse di fragilità governativa"... "Quando proibii l'amore inaugurai gli sguardi e riacquistai le viste, gli occhi." "Quando proibii l'amore, dovevamo, lei e io, cavarcela con solo noi stessi" ... "lasciando cuocere le creature innamorate e protagoniste nelle loro minestre a un passo dalla fine, ma mai: nella fine"... ..."eravamo sulla stessa cima tempestosa"... "Subito dopo sarei partito per un ignoto, per un esilio"... * 17 dicembre ..."invidiate la rabbia vera degli oppressi, la rabbia sorda per la paura di ascoltare essa stessa quel che pensa." "E allora, come uno schianto di tutti gli alberi, s'abbatte nel mio cuore la domanda: dove cazzo è la jungla qui da noi? Voi, parchi attrezzati, fate silenzio, voi, boschi da gita, meglio che non fiatate nemmeno, restate le ridenti attrazioni che siete, in questo paese delle vacanze." "In questa parte di mondo la vita è in coda, fa la fila dietro questi sogni, cerca analogie tra ipermercati e regni, nessi tra carte di credito e assalti ai forni, la vita digita. Somiglia ma non è. È un cinema all'aperto, un'arena anche d'inverno: proietta sopra una piattezza e non c'è sugo. " "Questa parte del mondo si sta intristendo, povera cocca, perché somiglia ma non è." "Qualcuno somiglia, ma tanto per dire, per essere generosi, per fargli un piacere, sennò fa la lagna, il pianto greco, e gli si ammolla il trucco del ceffo." * 31 dicembre ..."quando tutto è detto (cos'è il tutto? È il conveniente) è allora che manca qualcosa"... "La comunicazione, come un incendio, stava divorando tutto. In che senso? Eravamo circondati da notizie in fiamme, e lo stesso assedio andava in fumo, vorace di sé." ..."perfino l'uomo che mangia e che beve gonfia le viscere e le vesciche della comunicazione con annusamenti e con biascichii, ruttando correttamente a parole che tutto è perduto fuorché il sapore, che è ritrovato." "Non c'è più, per esempio, il mistero, l'ombra, il segreto, queste belle covate di una sola notizia: che forse l'uomo respira ma raramente parla, quest'uomo quasi zitto, questa donna che non ci sono aggettivi. Questi due che, respinti in un racconto lontano millenni, di tra laggiù e oggi vedono, in mezzo, infittirsi i bestiari e le nebbie della comunicazione: e gli pare incredibile il mondo."
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