Estratti da... I monologhi di Panella,
di Amos - {Il foglio, 2001}

* 2 gennaio "Oppure conosciamo la bella propensione ad andare oltre, ariosi in aria, conosciamo lo slancio a non condividere nulla ma proprio nulla, e la vorticosa ebbrezza d'essere fumo nel fumo, e foschia nella nebbia, e goccia spersa nell'inafferrabile rimescolio dell'acqua?... Sì? Certo che sì, la conosciamo sì questa disposizione ad indisporci, questa discontinuità, mutevolezza, questa malinconia che ci frammenta come contraddittori stralci di poesia greca, bella, quasi inumana." "Ma per rovinarci la vita cosa facciamo? Affermiamo la noiosa esistenza del suo contrario, che non sta in cielo né in terra, quella prudente melma lenitiva che i più fastidiosi seccatori, acidi e arcigni, chiamano col suo onesto e già scostante nome: verità." "E come non fare festa alla lama che ci recide dal passato, cioè da un presente morboso, ossia da un futuro incombente? È così. Ma quello che tu pensi (dico a me) non è mai esattamente quello che l'altro ascolta. Si vive in fraintendimento, lo so benissimo. Anzi non lo so. Dovrei saperlo adesso ma ancora non lo so. Però è così." * 27 febbraio "Uno, siccome è buono, sta zitto. Non rinfacciamo perché non ci piace dire 'te l'avevo detto'." * 3 aprile "non dirmi così, non dirlo così, quando dici così ti mangerei, guarda che ti mangio, di baci, così...". "Sai che dobbiamo rendere conto all'incoerenza, e soltanto a lei... e questo sembra facile... Non lo è." "Il nudo è difficile, ci sono scuole, ma se non sai spogliarti, se non sai toglierti di dosso c'è poco da fare." "Evitare il ridicolo è una fatica. Sai chi cade nelle mani del ridicolo, in quelle mani che fanno colare qualsiasi contegno, che unge e scorre lungo il mignolo, sul polso, e in tornanti sul braccio, sai chi ci cade? Ci cade chi lo evita, e si vede, si vede che lo evita, che evita il ridicolo perché lo conosce benissimo, conosce se stesso, lo alimenta con le sue impostazioni così sapienti che sono per il ridicolo quello che l'erba secca è per il fuoco." "Io guardo il tuo, tu il mio, e ogni viso vola, s'espande, corre, screpola l'aria, cerca le frutta per dirsi dolce, per dire l'incarnato, cerca il giorno e la notte, cerca l'introvabile e lo trova, strappa e trascina il cielo con le ciglia." * 10 aprile "La verità è quel sembiante, quella figura che s'aggira di tra le pusillanimi lealtà cortesi, tra certe creanze e garbi, soffocanti con le lentezze di un piacevole conversare, perché il tempo, quell'assassino da strapazzo, passi." "Bisogna dire la verità. E la verità è solo ciò che poi non sembra una menzogna. E il sembiante è tutto." ..."il desiderio non si fida di nessuno. Se ti colpisce di spalle è solo per voltarti a suo favore, ti fa fare la piroetta e te lo trovi davanti con la rapidità delle cose che, secondo te, succedono altrove"... ..."la vita è cortese. E la vita è cortese perché l'uomo lo è. Non tanto re, quanto cortigiano. E il Re con la maiuscola ossia con la corona in testa lo è più di tutti, lui con le sue pompe, alle quali fa da perno, coi suoi ermellini ai quali fa da bestia spelata, con il suo scettro, con le palle in mano, alle quali fa da posatoio, con il suo trono, al quale dà il didietro." ..."sai che significa volere? Significa che non lo sai. Qui sta il bello, il bello del nostro desiderio, che è un agguato. Volere proprio quello ma, tra i due, il desiderio e tu, il desiderio sa d'esserlo, desiderio (quello), ma tu non sai d'essere tu." * 1 maggio ..."è il giorno giusto per festeggiare l'umana destrezza. Perché è noto che, dopo aver creato Dio a sua immagine e somiglianza, la creatura umana creò il lavoro a immagine e somiglianza del suo coito." "E allora oggi è il giorno della festa di tutti gli accoppiamenti"... ..."e oggi è la festa di questo lavoro che, se fosse davvero lavoro o fatica, ci farebbe diventare troppo, come tu dici, pessimisti." * 22 maggio ..."non esiste che realtà romanzesca." "È avere una memoria che ci costringe ad avere una vita, e la memoria ha le sue esigenze, non ama, ovviamente, l'assurdo, non vuole essere stranita, ingannata. Vuole vedere dopo, secondo logica e lucidità, quello che prima non era né logico né così squillante, anzi non era per niente"... ..."perché il niente, per passare inosservato (e mai noi lo vedemmo in faccia, né lo vediamo e lo vedremo mai) si sovraccarica di chincaglierie sonanti e rumorose, pentole, baci, versi con le rime che sono dardi, pungiglioni uncinati di vespe che restano impressi e conficcati in noi, incluse le viscere del poeta che ronza." ..."l'uomo è molto esatto quando mente". * 5 giugno "So di star dando i numeri perché non voglio comunicare" "Uno s'alza e cammina, e se non ha sete ha sete, perché le bottiglie hanno tutti i colori, e hanno impugnature di scettri e d'armi, dalle origini ai giorni nostri. Esse comunicano, e la comunicazione si fa rapina di consenso, quindi sequestro di persona." "L'uomo parla sempre come se fosse un uomo di spettacolo quando si tratta di comunicare ossia di fare il furbo senza avere la furbizia di non farlo." * 17 luglio "Ma la notte è scesa. Scesa ad accarezzare, a cercare, a farsi accarezzare dai suoi veri amori: i ravanelli. La notte li scava e essi, pieni di rossore quando sono scoperti, diventano bianchi quando saranno scoperti di più, nudi come la luna, per entrare nella notte, duri, come alla notte piace. E quando la notte ha finito, ridiventano rossi per quello che hanno visto e sentito nella notte. E ogni notte è così, fa così coi ravanelli." "Cos'è vero? La mia forchetta. Invece di portarla alla mia la porto alla tua bocca, tu accetti il cibo, poi copri totalmente con le labbra il metallo. Avviluppi i rebbi della mia forchetta con le tue labbra significative. Altro che sentimenti, quei pachidermi che vanno a morire continuamente e retoricamente pur avendo, però, la vita lunga. Ma anche i pappagalli hanno la vita lunga." * 24 luglio "Vedrai che pettinata." "E liberamente vi berrete tutto." ..."la nostra morale va e viene come se fosse un fantasma, uno spettro tra noi, e gli eventi, tra voi e la copertura televisiva dei fatti, cioè noi... come vi sentite? Avete il satellite? Il telecomando? La quadrifonia? L'online? Il Papa e la Banca in diretta? Sì, li avete. Cos'hanno loro a cuore? Che non siate violenti. Avete le idee chiare? Per niente." "Voi non ridete e nemmeno piangete. Davanti al tragico reagite con bontà, con mitezza, con clemenza, invocate esageratamente la pace. Troppo buoni." * 31 luglio ..."io, del libro della storia umana, guardo le figure"... "Il mio sguardo inequivoco non conosce i valori, conosce la necessità." "Capisco l'essere umano e la sua tristezza serale, quando forma i suoi branchi a un'ora esatta, ma non sa abbaiare, mugolare, guaire, annusare, sfregarsi, capisco la sua figura sconfitta (io, del libro della storia umana, guardo le figure), la sua ilarità strappata come le pezze con le quali gioco, capisco le sue cene schizzinose..." "Io, pare niente, ma io, con la bocca aperta, con la lingua di fuori, con una goccia sulla punta della lingua, con le zampe sul finestrino, ho visto correre gli alberi, i pali, e ci ho messo un po' a capirci qualcosa, peccato che poi l'ho capito." * 7 agosto "Mondo, mi stai antipatico. Cosa mi chiedi? D'avere una coscienza? Troppo comodo per te." "L'essere umano entra nel mondo come in un teatro - devo essere ovvio perché è ovvio - e cerca con gli occhi l'altro al posto suo. Se è tra il pubblico, forse se ne innamora per poterlo perdere al suo posto. Perché ci prova, ci prova sempre a uscirsene dal rotto della cuffia. Ma se l'altro è sul palco, se sono io, dolcemente devo dirgli: tutto passa." "Infatti si rotola per terra, la morte, fingendo in sé mortali squarci che però, come si vede benissimo, sono ferite che non trattengono un riso che sgorga come esagerato sangue stinto, smorto (quindi vivissimo segno di quella morte, che per la morte è vita)." ..."che l'amore fugge, che fugge il tempo, che anche il delirio come etere all'aperto fugge e non c'è più, che fuggono i piaceri, la notte nel giorno, e il giorno fugge, e la vita in un soffio." "So che la verità è disubbidienza e opposizione. Così, parlando d'altro, sono persuasivo e, nello stesso tempo, falso, comodamente falso per voi, quindi più piacevole perché campato in aria, creato come fu creato il mondo. È la verità, è una, una è quella che a voi più piace." * 14 agosto "Certo che una persona che le somigliasse non potrebbe fare altrimenti. Immagino che volteggerebbe, con parole e con sospiri adunchi, arrugginiti, storti, intorno a quanto di floreale offre la vita. Srotolerebbe quella specie di tromba, la spirale delirante della propria ghigna, con la quale frusta stami e pistilli. E non nasconderebbe più la sua scomposta protervia, anzi l'esagererebbe, schiferebbe perfino alcuni fiori, altri li assalirebbe alle spalle, perché, ormai consapevole di quanto sia odiosa, attribuisce ogni sua intemperanza alla natura." * 21 agosto "Chi torna, non s'è mai mosso. Ecco perché è triste, e si lamenta del trattamento, del servizio, dell'agenzia che l'ha abbandonato a se stesso (grande occasione ma non seppe approfittare), del tugurio, della stamberga, di tutta la baracca in generale; dell'aereo che decollò atterrando; della nave che solcò, come mare, scogliere; del treno che partì verso la sala d'attesa; del truogolo in cui mangiò, insomma di sé"... "C'è chi lo sa che non potrà ritornare, e chi no. Chi lo sa diventa subito più lucido, nella mente, nello sguardo, sulle labbra; sorride come se avesse appena spiovuto, sembra una gronda con le gocce trapassate dal sole. Capisce quanto tempo ha perso sul serio, e quanto poco per scherzo." ..."innamorarsi è quando piace un viso, l'amore è voler insistere, continuare a guardarlo. Diffida subito se i propri occhi vedono chissà che, chissà che altro, se vedono attraverso, se vanno oltre, se le forme e i colori vogliono a forza sembrare forme e colori di tutt'altra cosa che non sia viso, e corpo di quel viso; diffida dell'amore che fa parlare dell'amore; si stanca di una bocca che non si chiama più bocca. Mangia quello che trova, non fa il difficile; sa che il buongusto è la più vile resa a una finzione d'eleganza; considera il raffinato il più miserabile degli arrivati"... * 28 agosto ..."l'uomo si pone, in principio, quesiti primordiali, assai distanti dalla prima serie, quando la grossolana questione è "dove va il mondo, dove va questo pianeta chiamato Terra?", e non ancora "dove va la palla?". Adesso la palla scotta come la terra prima dell'apparizione dell'uomo, e il centravanti se la toglie dai piedi per entrare nella sparizione. Solo dopo, molto dopo, a partita finita, quando l'uomo rientra nella monotonia dei quesiti, si potrà parlare di "sparizione come esistenza" che, com'è noto, è il tema di ogni convegno, tavola rotonda, dibattito, concilio, dieta, raptus, question time, e anche eccetera. E allora, avanti con freccette, vettori, colori, dinamiche, parole, chiacchiere, stronzate, supposizioni, supposte, previsioni a posteriori dell'anteriore. Perché l'ambizione dell'essere umano è questa: confutare con circostanziate, pedanti, ammissioni e confessioni. E come si confessa? Si confessa per immagini. Chi lo dice? Lo dice il centravanti." * 19 settembre "Con i miei occhi di tra le imposte di foresta scostata, ho visto un totem volante, e poi un altro, andare a sbattere prima contro un totem ritto, poi contro un altro totem anch'esso issato. Tutto così vastamente simbolico, tutto così rudimentale, così rozzo, così più primitivo di me, che a volte giro nudo tra le foglie." ..."quando straripate, v'innalzate, salite verso l'alto. Questa ossessione del sollevamento: di chi s'eleva e di chi gli vola addosso. Simboli che per riverberi, per echi di simboli, parlate; per quotidiani sbattimenti d'un lenzuolo azzurro, e quotidiani crolli d'un tramonto rosso. Prima dite: guerra, guerra. Poi dite: pace, pace. Poi ricominciate eccetera." ..."il grande è così piccolo, ma la foresta è così grande"... "Io guardo il mondo a palla (la mia terra è piatta)"... "Il mondo è un dio, un dio di terra e d'acqua, fatto a palla di vetro, il più ridicolo degli dei, il più semplicista." "E voi volete sapere chi sono? Guardo le cose con gli occhi degli occhi, ossia con le mani, col naso, con la lingua in bocca e le orecchie nei sussurri, sono un selvatico." "Ma non badate a me, non venitemi dietro, la foresta è foresta, non venitemi a dire che l'ortica v'urtica, che una spina vi ha punto vaghezza." * 26 settembre "Fede ed economia fanno l'intero: il fanatismo di un totale imperio." ..."il mondo è diventato visibile come se fosse la palla di un pendolo che oscilla incoccando le sue frecce e freccette, anche avvelenate, lungo un arco che va dalle borse asiatiche, passando per quelle europee, fino a Wall Street, poi ritorna, così uno sa quanto denaro è passato." "Ha perso due denti nella bocca della sua faccia da cinema, quella che, se ride o se piange, il suo pianto che ride s'infrange su tutto il corpo mondo." "È diventato un pon pon infeltrito, e c'è chi lo vorrebbe ancora più unito, più rattrappito, meno diviso, perché l'unione fa la forza di qualcuno su qualcun altro." ..."e sono più di due soli le nostre mani. Più tattili dei raggi, i dieci raggi entrano in ogni buio, sotto ogni monte, dentro l'umidità d'ogni foresta." "E la terra ci guarda, contenta lei." "Mentre noi così legati perdevamo ogni fede che non fosse guancia, zigomo, inguine, l'addome"... * 2 ottobre ..."sì: la storia odora di chiuso, quale chiuso? Non un chiuso con muffa, ma un chiuso subdolo, asciutto, come se l'umidità non esistesse nella storia, né marcescenza né putrefazione." "Sto solo dicendo che la storia non esiste, esiste di più desquamare un carciofo cucinato, succhiare le scaglie, masticarle finché diventano paglia, una pallina, un gomitolo, altro che storia." * 13 novembre "La guerra è il primordiale che si aggiorna..." "La guerra è una figura retorica ormai anacronistica, folklorica, country... comincia con la difesa delle tradizioni, persevera con l'oscurantistica immersione in quelle sepolture che sono i sapori morali di una volta, continua con lo stomachevole innalzamento del buongusto a stendardo"... "Come nell'Iliade, al momento dello scontro le masse scompaiono, vengono avanti gli aggettivi, rombanti, potenti, cinici, compiaciuti..." "C'è qualcosa di terribile nel dover invocare la pace così come nell'invocare la guerra: ognuna prepara l'altra o la compie momentaneamente... sono due attese... e la creatura umana questo è: attesa..." ..."gli dei non vedevano l'ora di morire, sfioravano il proprio massacro, imitavano l'uomo con effetti comici... li ritroveremo nel cinema che è comico sempre..." ..."lassù dove sono le sorgenti dei vini che poi pallosamente scorrono sotto i nasi, sulle papille, nei caverni palatali di quell'ebete paesaggio che è la degustazione competente... C'è un che di cingolato nello stile dei gastronomi, dei buongustai... quest'uomo estatico si muove sul terreno come un mezzo blindato... macina schizzinosamente, coi suoi rulli, le nostre cucine sconsigliate... la guerra comincia a tavola... è una difficile procedura di digestione..." ..."mai s'è vista, come oggi, la vita andare avanti, puramente avanti, ossia senza sapere dove..." * 4 dicembre "Chi siamo noi? Non lo sappiamo. Da che parte stiamo? Dalla nostra. Siamo la terza parte di un mondo diviso in due, noi siamo gli increduli, diciamo i miscredenti." "Noi, che non sappiamo chi siamo, sappiamo però cosa, questo, vuol dire. La nostra infanzia, che è la vita, lo sa." "Eppure a tutti gli si legge in faccia la stortura di un gioco, preso ormai talmente sul serio, tacitamente creduto lecito." "Ecco, siete lì che state, storti, lividi, avidi, biechi, ostili, leciti, al posto di quel gioco che è fuggito, a far sul serio. Come chi? Chi, mentre tu giochi, dice: non ci gioco più. Andrebbe pugnalato anche per scherzo." "Abbiamo giocato con le parole vane. Ma, attenti, è proprio nella vanità, nella bellezza vana delle parole al vento, è nella inutile vanità delle nostre parole, è là che si nasconde il più esteso scetticismo, la più vasta sfiducia." ..."chi avrebbe dovuto scrivere quello che qui non leggete... chi non scrive quello che invece leggete, è, come si dice, avvinto, è legato, ristretto, lo abbiamo avvolto in una donna, che con la bocca gli imbavaglia la bocca"... "Cosa dire? (Scopa!)." * 11 dicembre "Per verità intendo ciò che suona, non quello che rumoreggia come un rigurgito"... ..."chi dice quello che pensa è veramente un essere sfinito, che ha deciso di trascinare se stesso nella propria conveniente rovina, che ha deciso di ricavare un certo vantaggio dalle proprie convinzioni, come chi, precipitando misto a pietre, si sente investito da una vocazione edile e costruttiva." ..."dal deperimento nasce un odore astioso, nasce un sentimento che è sempre di vendetta, che è sempre un pedinamento dietro ogni sentimento, che è repressione nella murata galera della durata." "Questi arredatori che, messe le mani sui momenti d'oro, aggiungono riflessi, raggi giallognoli, angeli spiaccicati, stucchi molli che colano, affettate e sfaccettate commozioni in lacrimucce tintinnanti su un viso che imita un lampadario, venature arteriose di marmo nelle quali il sangue si ferma pesante e insopportabile." ..."quello che io non ricordo finalmente non tiene in piedi la baracca, il castelletto, la catapecchia di lumaca umana col suo fragile antro intorno al corpo e con la bava sotto." ..."la vita opportunista delle mie memorie, questi ministeri, queste leggende, queste fedi, queste istituzioni; questi ordini, per quanto scapigliati o scomposti, per quanto esatti e anche per quanto confusi essi siano; questi vigili, questi agenti, la cui segretezza è un continuo vanto, la cui esistenza consiste nella ripetitiva, incessante esposizione di una confidenza, che può essere un passaggio di mazzette affettive"... "Questo, in cui noi... in cui poi non più poi... in cui, ti rendi conto?, non lasceremo, come mancia, il ricordo. Spensierati, grati, reciproci, per la nostra inefficacia, per la nostra inutilitè, non malridotti a essere quello che noi pensiamo, e a dircelo."
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