Sembra evidente che l'homo sapiens (il quale sa molto meno di quanto creda di sapere) sia nato per dormire. Ma quale lavoro, ma quale ricchezza! ma quale prevenzione! Se l'homo non dorme spesso, se non dorme a lungo, è un miserabile, può vincere tutti i premi che vuole, il festival di venezia, castrocaro, poesia, nobel per la scienza e la letteratura: se, come probabile, dorme poco trasfigura in un homo inettus con ottime probabilità di contrarre malanni fisici e mentali. Non è tempo perso dormire, come credono gli esistenzialisti intenti ad esaurirsi fra sonnambule scorribande; dormire è un oculato investimento in salute, bellezza, longevità. Che meraviglia dormire, dormire ovunque, sul treno, in nave (come adesso), sugli autobus, sulle panchine, sdraio, sedie, alberi, tende da campeggio, panche da monastero o da galera, e perfino nei letti. Dormire è una grande medicina per le menti malate, ansiose, frenetiche dei nostri secoli. Attraverso il sogno ci liberiamo di tensioni recenti e ataviche, di questioni irrisolte, rancori, mugugni, risentimenti, debolezze, errori. Tra un sonnellino e l'altro, sì, non lo nego, si può fare qualcosa, sbadigliare, stirarsi come un gatto, stuzzicare qualche leccornia, godersi un bicchierino eccetera, e soprattutto lasciarsi andare a trilioni di coccole, ingenue o meno (propendo per l'o meno) che siano. Vabbé, ho parlato anche troppo, Buonanotte!!