A naso.


La Via non è prevalentemente visiva come prevede senza distinguo il nostro sistema basato sullo spettacolo. E non è nemmeno pigramente auditiva come vogliono i sognatori, categoria dalla quale mi considero fuoriuscito. E neppure la via degustativa o tattile completa il cerchio se non è guidata dal vero lume dell'esistenza: l'olfatto. A naso si è più vicini alla verità e alla natura, perché il naso non ha le perversioni pietologiche del cuore o gli automatismi raggelati e raggelanti del cervello, e non ha le illusioni o i miraggi della vista, né le derive sensoriali dell'orecchio. E non ha le avidità mai sazie della bocca e del gusto, e del cattivo gusto, e non ha la mancanza di selettività e di attendibilità della pelle e del tatto. Inoltre non ha le pretese esoteriche del sesto, settimo e ottavo senso. Vivere a naso significa vivere respirando a pieni polmoni, cosa che di solito permette di distinguere le persone troppo sudice o troppo pulite (generalmente lustrate e profumate artificialmente, quindi andando a coincidere). O anche di distinguere i cani dagli umani, evitando (almeno) di portarseli a letto. Attraverso il naso, del resto, passa tutto il processo di disintossicazione dell'organismo, ad opera di quel miracolo naturale che è lo starnuto, espulsore di tossine in circolo, anch'esso vittima della repressione medica e scientistica che lo vorrebbe arreso e inerte. La rivoluzione non può che passare dalla liberazione (oltre che delle galline nei cortili) del naso divino.






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