L'anticultura: istruirsi non è da maestrine.


È sempre difficile scrivere o parlare senza offendere nessuno. Solo perché affermi che uccidere gente proporzionalmente indifesa è da vigliacchi nonché da nazisti (vedi l'odifreddi) ti tappano la bocca, o si voltano dall'altra parte, o ti segano. In realtà basta molto meno. Provate a vantare in giro le virtù dell'alcool, o a sbagliare intenzionalmente un congiuntivo, e vi troverete contro tutta una folla di maestrine da prima elementare offese, e incazzate come iene. L'ignoranza è una brutta bestia. Peggio dell'ignoranza nuda e cruda abbiamo l'ignoranza presuntuosa (e untuosa) delle caporalesse della scolarità. Armate capillari di bufalotte imbestialite pronte al sacrificio pur di correggere l'infausto allievo anche di passaggio capitatogli a tiro, ovvero nelle grinfie. Hai voglia a spiegargli che esiste un universo culturale altro dalle anguste aule scolastiche. La caporalessa non capisce. Ma non capisce proprio niente di niente, perché lei sa già tutto, e quel tutto (ovvero quel nonnulla) l'ha appreso a scuola o a qualche versione moderna del tipo lascia o raddoppia: l'anticultura.

Cari Einstein, Eliade, Mc Luhan, Illich, ridestatevi e tornate a difenderci (a suon di istruzione, bastonate, linguistica, antropologia, medio evo e relatività) da tutta 'sta boria risibile e triste, veramente triste.






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