dell'ignoranza e del diavolo


* dell'ignoranza parolaia

Il livello di ignoranza (non è un'offesa dire che s'ignora, è una constatazione) dell'epoca presente si misura in quante volte al giorno qualcuno pronuncia la parola complottista e/o negazionista.
Tutte parole inserite dai prepotenti nel vocabolario, modificandone il significato originario, per suggerire, anzi insinuare pesanti (e risibili) calunnie nei confronti di quegli Uomini di Cultura che rifiutano di farsi prendere per i fondelli da quattro caproni pieni di miliardi, cui i miliardi ancora non bastano.

Certamente Negazionisti potevano essere coloro che negavano o negano le crudeltà commesse dai nazisti sugli ebrei, o dai sionisti sui palestinesi.

Così come casomai Negazionista oggi è colui che (proprio come quelli qui sopra) nega il Golpe mondiale che sta tentando (spero inutilmente) di affossare le fervide economie locali.

Così come Complottista è colui che ordisce i complotti, non chi cerca di svelarli.

Esempi ne abbiamo a bizzeffe, solo che gli ingenui se ne accorgono 50 anni dopo.

Detto questo ho detto tutto, e prometto, per non abbassare ulteriormente anche il mio livello di ignoranza, che non pronuncerò più queste due parole-ameba meta-naziste e liberticide.


* Oh! il diavolo, che diavolo!!

Il diavolo mi pare argomento di una attualità bruciante, stringente, contingente: la sua caratteristica prima, oltre di "saperne una meno della donna", è quella di "non saper fare i coperchi", ed è vero, oh quanto è vero!! Io per esempio non ho mai saputo di essere un musicista o uno scrittore, non so, non sai, ma se mi guardo indietro, senza considerarmi, capisco che un po' è vero, e che ho la proprietà di esprimere sempre esattamente le ragioni per le quali, secondo i più tanti, dovrei stare zitto. Ma questo col diavolo c'entra poco, se si esclude che la battaglia è contro di lui fino a un certo punto, essendo il diavolo in fin dei conti un simpatico povero diavolo, dileggiato da tutti. Un po' come tutte quelle diavole, civette, nostrane e sfracassate, che non sapendo come curare una pianta sola, lasciano che venga nutrita dagli altri, oppure muoia. Ma santo iddio, se la fai sporca, se la fai strana, oh diavolaccio di un diavolaccio, perché non impari a mettere i coperchi?? Te lo dico io perché: perché sei un pollo, un presuntuoso, un arrogante, un vanesio, un narcisista, un coglione. E adesso spero vivamente che ti ricaccino nel tuo inferno, nel tuo inverno interiore, nella tua sordida meschinità, nella tua allegra inadeguatezza, nella tua noia mortale.






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