Mentre viviamo nel fragore di gesti quotidiani, nei quali si alternano le azioni legate alla società moderna, sommerso ma tenace, riaffiora un mondo a guisa di vento.
È lo spirito che soffia in quel mondo permeato di ancestrali sentimenti che governano il nostro essere in assoluta armonia, attraverso la natura e il genere umano.
Gli abitanti di questo mondo non si manifestano tanto nel fragore di eclatanti avvenimenti, quanto nei rèfoli del faticoso precedere, o nelle folate che modellano i pensieri nelle notti tenebrose.
I frammenti di quel "mondo a parte", restituiti dal vento nel suo correre e percorrere, si distinguono nella voce di Eolo, ipotetico padre del vento australe.
Speranze e trasalimenti invocano una raffica di vento; travolgente procella a respingere ciò che è disarmonico. Mai alcun celato ardimento rende assoluta giustizia alla metafora della nostra vita interiore.
In quel legame indissolubile di poteri ignoti fra il vento ed il tempo circolare dell'anno, l'uomo riassume il concetto della sorte umana come un'incessante dialogo con se stesso.
Un dialogo spesso turbato dall'imprevedibile presenza del vento. Al vento stormiscono le foglie, sul vento si inerpicano le onde;
poiché l'anima ha sostanza ventosa, noi possediamo un vento interiore che misteriosamente reca speranze, trasalimenti, malinconie e furie.
Senza queste inclinazioni, la nostra vita sarebbe una misera bonaccia priva di stagioni. Una misera vita, priva di un saggio cammino.
agosto 2008, Meglio tardi che mai,
di "Wincpr" {italia.savona.discussioni} ...
In una fresca serata di luglio, invitato dall'amico Diego,
parto alla volta di Carcare per ascoltare un gruppo di cui avevo sempre
sentito parlar bene ma di non aver mai avuto occasione di vedere e sentire.
Naturalmente conoscevo il genere proposto (ho visitato più volte il sito)
e sinceramente ero curioso di sentire oltre alle cover
i pezzi nati e arrangiati in proprio.
Appena attraversato il ponte di Carcare (non sapevo dove suonavano)
li ho riconosciuti subito sentendo un brano di Rino Gaetano interpretato
dall'inconfondibile voce di Marco (il nostro Amos, sì proprio lui).
Che dire? Un ottimo gruppo, ben amalgamato, ottima sonorità
e da quel poco che ho visto (mi sono fermato poco più di un'ora)
una grande professionalità.
Il piacere è stato tanto, oltre per la bravura degli SMOGMAGIKA
(lo posso dire? :D) l'aver riascoltato brani che mi ero quasi dimenticato
e dei quali non conoscevo un risvolto quasi culturale...
Dei pezzi inediti (per me, ovviamente) direi buoni qualitativamente
anche se personalmente ho bisogno di ascoltarli alcune volte
per assimilarli degnamente.
Mi ha stupito il brano dei Pooh, ho sempre creduto fossero talmente
diversi dal genere dei vari Vasco, Bennato, Guccini, Orme etc
però ho visto che ci possono stare anche loro!!!
Non me ne vogliano gli altri componenti del gruppo se mai leggeranno
questo post ma a parte Marco e Diego, che conosco da parecchio tempo
e dei quali conosco la verve musicale, mi ha impressionato il modo di suonare
del chitarrista ("Formidabile", ndr). Un turbinìo di note, fraseggi,
improvvisazioni da pelle d'oca eseguiti con una naturalezza da spavento.
Veramente superlativo. (...)
Un'ottima esperienza da ripetere. Alla prossima occasione, sperando
in un intervento di Ittica (...)